Si è svolta oggi, 18 Luglio, la prima Commissione Tecnica Lavori Pubblici, Urbanistica, Gestione del Territorio ed Ecologia. Oltre alle nomine di rito del Presidente (Cinalli) e del vice Presidente (Palazzo), si è fatto il punto sulla situazione degli immobili delle aree delocalizzate.
L’ALER ha individuato 40 edifici nelle zone di comparto comprese tra Via Vittorio Veneto, Viale Ticino, Via Moncucco e Via XXIV Maggio, che andranno demoliti. C’è da ricordare che questi edifici sono solo una parte di quelli effettivamente soggetti alla zona B. Il comparto più omogeneo sembra essere quello compreso nella zona “Moncucco”.
Il Programma dei lavori prevede delle date piuttosto serrate: il 15 Settembre 2014 per l’emissione del bando di gara e il 15 Aprile 2015 per il collaudo delle aree (che dovranno essere portate a verde e seminate).
L’Amministrazione ha intenzione di far inserire nel bando un’opzione per i famosi “Appalti a KM0“, anche se ammette che potrebbe rivelarsi un ostacolo nel caso qualcuno decida di effettuare un’impugnazione (ipotesi molto probabile, nel caso venga inserita, viste le cifre in ballo). Per quanto ci riguarda, ci auguriamo che tutto si svolga nella maggiore trasparenza possibile, e anche per questo stiamo seguendo attivamente la vicenda.
Le nostre domande in commissione si sono concentrate appunto su Legalità e Ambiente, ben sapendo che gare di questo tipo possono potenzialmente attirare interessi anche poco puliti, e per questo ci è stato assicurato che l’ALER farà fare una verifica dell’appalto alla Prefettura. Altro tema importante è quello ambientale, sia per il corretto svolgimento dei lavori, che per il futuro di queste aree. Per quanto riguarda i lavori, sono stati già stati effettuati i vari sopralluoghi per verificare che non ci siano vincoli storici e paesaggistici. I materiali demoliti verranno trattati come quelli di categoria R5 (riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche) con particolare attenzione a eventuali ritrovamenti di amianto ed altre sostanze pericolose che verranno trattate caso per caso. L’ARPA si è inoltre raccomandata di evitare di tenere lavori nelle ore notturne, per evitare ulteriori disagi alla popolazione.
Veniamo al punto cruciale, il futuro di queste aree. Una volta terminato il collaudo i terreni passeranno definitivamente in mano ai Comuni, che fortunatamente (o sfortunatamente, dipende da come la si vuole vedere) non potranno decidere in modo autonomo, ma dovranno comunque passare i propri progetti al vaglio del tavolo dell’Accordo di Programma Quadro.
A questo punto, a quanto abbiamo potuto capire, non ci sono ancora le idee chiare su come intervenire. Si spera in un “concorso di idee” che arrivi nel frattempo, anche se si punterebbe comunque a riutilizzare una parte dei terreni per rientrare (mediante gli oneri?) nei costi e proseguire l’abbattimento del resto dei fabbricati.
Chiusa la riunione, rimangono i dubbi sia sulle tempistiche, che sembrano veramente stringenti, e soggette alle variabili “burocratiche”, ma soprattutto sulla modalità “abbattere per ricostruire per poter abbattere”, che andrà controllata e monitorata nel dettaglio, per evitare che ci siano speculazioni sui terreni e per capire le destinazioni finali di questi nuovi fabbricati. Nel frattempo abbiamo richiesto di avere accesso ai vari documenti relativi ai lavori, per poter avere il quadro complessivo della situazione e poter poi riportare il tutto pubblicamente.
Luca Perencin