Viva la sciura Pina! 2 – La premiazione

Un momento della premiazione di Giuseppina Vizzolini, premio Rosa D'Oro 2011

La sala, come il bicchiere, era mezza piena. Mezza piena, ma traboccante d’emozione. Di più davvero non ce ne stava. Così, sentir chiamare la Signora Pina, vederla salire, osservarla trattenere la commozione, sentirla leggere quel discorso così vero e così… suo, ha procurato a molti in sala l’effetto preparazione-del-soffritto-di-cipolle.

Davvero facile il compito di chi si è succeduto sul palco per rendere omaggio alla vincitrice del premio Rosa D’Oro 2011. Le testimonianze dei tanti begli episodi che hanno visto la Signora Vizzolini come protagonista si sprecano. In un contesto così, ci sta anche un passaggio vagamente qualunquista e poco generoso del neo-presidente dell’Associazione Anziani, Giovanni Desperati, già memoria storica politica lontese degli ultimi trent’anni e più: «Quando c’era la Pina, che si portava anche a casa da lavorare, in Comune le cose andavano bene. Adesso, invece… ». Va bene, va bene, questa sera va bene tutto.

Anche sul palco la Signora Pina è stata la-Pina-di-sempre: umile, generosa e sincera. Determinata, sì: anche e soprattutto determinata, perché la Signora Pina ha sempre fatto sfoggio di determinazione e grinta, senza però mai rinunciare a una dolcezza meravigliosa, esclusività femminile. Là, col microfono in mano, la sua preoccupazione più grande è stata quella di smorzare l’enfasi dei tributi e distribuire i complimenti fra i suoi collaboratori: «Non è vero! Non è vero! Da sola non avrei potuto fare niente». E poi, il senso di una vita: «Ho fatto solo il mio dovere». E chi conosce la signora Pina sa che quella frase non è falsa modestia, ma la sua regola maestra.

Giuseppina Vizzolini, per quarantaquattro anni dipendente comunale; Giuseppina Vizzolini, segretaria-factotum dell’Associazione Anziani per i successivi venti anni. Giuseppina Vizzolini, faro di una Lonate Pozzolo che sta scomparendo, oppure è scomparsa già. Di sicuro, una Lonate Pozzolo distratta, che avrebbe potuto accorrere un po’ più numerosa ad applaudire un suo simbolo, un suo motore, una sua anima. E qua – tanto per esser chiari – non si fa riferimento delle autorità cittadine, ma dei dodicimila lonatesi che qui risiedono e che sono sempre totalmente assenti da qualsiasi forma della vità di questa comunità. «Abbiamo tutti problemi più grandi», si risponderà. Si ricordano che c’è un Comune solo quando si devono lamentare o quando hanno qualche bisogno personale.

Chi non ha partecipato, si è perso anche una rappresentazione teatrale di tutto rispetto. Un “bravi” va anche al Gruppo Teatrale Crennese. Un tempo ce n’era uno anche a Lonate Pozzolo, i Giovani per Lonate; ora siamo costretti a ricorrere all’importazione.

Il “bravo” – anzi BRAVA – più grande va alla padrona di casa, l’Assessore ai Servizi Sociali Ausilia Angelino, che ha offerto un’occasione di riflessione sul tema della donna. Ognuno sviluppa l’aspetto che più gli sta a cuore. La Consigliera Provinciale di Parità di Varese ha rinnovato gli auspici di una più equa distribuzione fra generi di ruoli di responsabilità e di potere. Aspetto interessante fino a un certo punto. O meglio, interessantissimo, ma sono ben altre discriminazioni, che la donna subisce, per le quali si resta sconvolti. E si tratta di soffocamenti, si tratta di sgozzamenti, si tratta di stupri. Non in Pakistan o in qualche ameno anfratto del pianeta (abitato magari da «quella gente là»), ma in Italia. Oggi. Ogni giorno.

La donna è ancora troppo spesso la vittima sacrificale di tante, troppe, brutalità, perpetrate per mano dell’uomo, orco e bruto. Non lo si ripeterà mai abbastanza. Celebrare allora la donna, proprio in questo periodo storico, ha un senso ben più ampio della rivendicazione di una quota rosa o di un femminismo d’accatto e di risulta. Celebrare la donna oggi, anche grazie a un premio dato alla Signora Pina, significa sperare ancora di rivolgersi a una comunità intera, significa tentare di riaffermare dei valori condivisi di rispetto reciproco e di civiltà, significa meditare sulle miserie umane che lastricano la nostra storia, anche e soprattutto recente, per cercare di affrancarsi da uno stato di degrado di coscienza e di valori.

Il baluardo di una comunità che ancora cerca disperatamente di non soccombere di fronte a un delirante, degradante, disintegrante stato delle cose, sabato 5 marzo è stata proprio una donna, la Signora Giuseppina Vizzolini: «Il mio premio più grosso sono i tanti lonatesi che mi conoscono, che mi vogliono bene e che, vedendomi per strada, continueranno a dirmi:”Ciao Pina”»

E allora… Ciao, Pina. E grazie di tutto davvero.

Al corso di italiano si declina il futuro

Mani senegalesi su riso pakistano. La foto non è di Blitz 🙂

Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Quale detto è più vero di questo? Eppure, quella volta…
Passo indietro: ho pensato al blog dei Democratici Uniti per lasciare questo mio pensierino sulla fine dell’anno scolastico del Corso di Italiano per Stranieri, decima edizione consecutiva. Gli spazi internet non mi mancano, ma penso che il Corso di Italiano per Stranieri del Comune di Lonate Pozzolo sia  di quelle belle storie che debbano essere raccontate in un contesto giusto, un contesto che abbia a cuore il bene del nostro Comune. Il nostro Comune ha disperatamente bisogno di belle storie.

Dal 2000, da dieci anni, un gruppo di insegnanti volontari insegna italiano a migranti. Gli spazi sono messi a disposizione dal Comune. Il primo anno abbiamo operato nel refettorio delle Scuole Elementari Volta. Dal 2001 a oggi, abbiamo insegnato nel tempio della Cultura di Lonate Pozzolo: la Biblioteca Comunale Popolare. Dieci anni, da ottobre a maggio, lunedì e mercoledì, dalle sette alle otto e mezzo di sera. Sempre.
In questi dieci anni ho avuto il piacere e l’onore di far parte dell’iniziativa nel delicato ma gratificante ruolo di insegnante-preside. L’appellativo di preside mi è stato affibiato, non senza ironia, delle mie colleghe insegnanti.
Nell’ottobre del 2009 il corso non è ripartito. Il preside non era disponibile, lo aveva già detto quattro mesi prima. Percorsi migratori personali lo avrebbero dovuto portare lontano da Lonate Pozzolo. E speriamo che presto lo portino.

Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Eppure – mannaggia – un altro preside proprio non si trovava. Il gruppo c’era, il ruolo dirigenziale era vacante. Il preside dimissionario da Lonate Pozzolo poi non se ne era andato, ma aveva perseverato nella sua volontà di non impegnarsi ancora nel Corso di Italiano.

5 Gennaio 2010, l’Epifania tutte le feste non aveva ancora portato via. Via Cavour, Lonate Pozzolo, undici di mattina, un incontro casuale. Nulla è per caso. «Allora il Corso di Italiano non ricomincia?». A porre la domanda, Matteo Bertolli, proprio lui: il giornalista della Prealpina. Il destinatario del quesito, io. Da Ottobre a Gennaio me l’ero già sentita rivolgere un centinaio di volte e ogni volta, pur senza dispiacere e dolore, avevo sempre risposto «penso proprio di no».

Non so perché quel 5 Gennaio la domanda ha sortito un effetto diverso. Non lo so e non lo voglio sapere. Fatto sta che poche ore dopo chiamai il gruppo delle insegnanti, convocai l’ennesima riunione organizzativa: «Ho cambiato idea, per i prossimi quattro mesi ci sono. Iniziamo. Sarà solo un quadrimestre, ma è meglio che niente». Le insegnanti hanno accettato. Il passo successivo è stato quello di comunicare la lieta novella al Comune di Lonate Pozzolo, che già si stava ingegnando su un modo per far ripartire l’offerta. La persona a cui abbiamo con maggior piacere comunicato la nostra decisione è stato l’Assessore competente per l’iniziativa, l’Assessore alla Cultura Giancarlo Simontacchi, una persona che, sin dal primo momento in cui ha avuto a che fare con noi, ci ha dimostrato tutta la sua stima e la sua fiducia. La sua stima e la sua fiducia ci sono rimaste appiccicate addosso. Se il corso è ripartito è anche grazie a lui e a lui dedichiamo i nostri quattro mesi di lavoro.

Obiettivo principale e unico di questa edizione “ponte” era trovare il nuovo preside. Missione compiuta: l’abbiamo trovato. Soluzione interna: abbiamo promosso un’insegnante già del gruppo. Presto lo comunicheremo all’Assessore e al Comune.

Anche quest’anno, tanti studenti: una quarantina in tutto. Senegal, Marocco, Tunisia, Pakistan, India, Ecuador sono le nazioni rappresentate.

Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Ora lo possiamo testimoniare anche noi.

La Primavera Di Gaggio. E non finisce qui.

«Senti gli uccellini! Oggi non pioverà». Cardano al Campo, sei e dieci di mattina, l’ingegner Hugo e io. Il macchinino mio stracolmo di noi e dei suoi bagagli, direzione aeroporto Malpensa, Terminal 1. ilmeteo.it non lasciava scampo: pioggia tutto il giorno. Gli uccellini cinguettavano speranza, almeno secondo Hugo.
Spedito il mio amico ingegnere a Tucson, Arizona, tornato io a Lonate Pozzolo, Varese, il tergicristallo a volte entrava necessariamente in azione.
La macchina nel parcheggio, le tre rampe di scale, la finestra aperta: eppur cinguettano.

ilmeteo.it non ha avuto ragione, gli uccellini sì: in via Gaggio oggi non ha piovuto. Troppo facile evocare intercessioni divine, eppure proprio pochi minuti prima delle dieci le pur deboli precipitazioni si sono interrotte.

Alle dieci alla partenza eravamo in tanti: privati cittadini, consiglieri comunali, ambientalisti, rappresentanti della Giunta, giornalisti, carabinieri: davvero tutti! Anche tanti quadrupedi. Il clima, dei più distesi. Il mio fido amico Khalid ha contato centoquaranta presenti. Per i giornalisti, però, la cifra fornita da noi organizzatori è stata di 1400. Per le forze dell’ordine siamo stati in 14.

Foto: Nadia Rosa

Che bel colpo d’occhio, noi gente di Viva Via Gaggio! Tanti, tantissimi. E ogni passo è stato un gesto d’affetto per la nostra cara strada comunale, la più bella di Lonate Pozzolo, strada seriamente minacciata di morte dalla più-che-probabile eS.p.A.nsione dell’aeroporto di Malpensa.

Il megafono, gentilmente offerto da Donato Brognara, ha amplificato le voci di Ambrogio Milani, il massimo artefice, diciotto anni fa, del ripristino ad uso civile della strada e da allora indomito custode della brughiera, Franco Bertolli e le sue solite gemme di storia locale, Luciano Turrici con i suoi appunti naturalistici, Walter Girardi e la sua descrizione – mappa alla mano – dello scempio che (forse) verrà, Beppe Balzarini, UNI.CO.MAL, con il suo NO ALLA TERZA PISTA forte e chiaro, circostanziato con fatti e dati.

La sorpresa, graditissima, della giornata è stata la presenza del Sindaco di Lonate Pozzolo, Piergiulio Gelosa. Presenza, accompagnata anche da un intervento, il punto della situazione dalla prospettiva dell’Amministrazione Comunale. Per par condicio (pur non richiesta in una camminata a Lonate Pozzolo, non essendoci telecamere RAI), Nadia Rosa, capogruppo consiliare dei Democratici Uniti. A completare la lista delle pubbliche autorità, pur presenti a titolo personale, abbiamo camminato con i consiglieri comunali Giacomo Buonanno, Angelo Ferrario, Alessandro Iannello, nonché con l’Assessore alla Cultura Giancarlo Simontacchi, al quale rivolgo un ringraziamento particolare.

Alla media di un chilometro all’ora, duemiladuecentometri in tutto, a mezzogiorno-e-qualcosa il gruppo ancora compatto ha raggiunto l’area degli uffici del Parco del Ticino e là ad attenderci abbiamo trovato gli stand dell’AVIS, di AMICOGAS Gruppo Acquisti Solidale e della Pro-Loco. Altra associazione partecipante, il Circolo Culturale Excalibur. Il suo presidente, Gianfredo Ruggiero, ha camminato con noi.

E adesso che succede? Succede che non finisce qui, questo è chiaro. Tante idee, tante e-mail scambiate, tanti incontri programmati. Con la voglia di non lasciare Via Gaggio da sola nel suo momento di massima difficoltà. La difenderemo e, come ha invitato a fare il Sindaco, faremo sentire la nostra voce.

Pranzo al sacco per pochi intimi, poi il ritorno a piedi a ritroso lungo il percorso della mattina. Tanti pensieri per la testa, uno su tutti: «Certo che anche solo per pensare di distruggere la Via Gaggio e l’area di brughiera che ci sta attorno, bisogna proprio essere…»

…e poi mi è venuto il magone.

La Storia di Lonate…una Poesia!

Franco Bertolli intervista Adele Turri

La Top3 dei miei super-eroi era composta da Nick Hornby (scrittore), Niccolò Fabi (cantante) e Gino Strada (medico). Questo fino a ieri, adesso devo aggiornare. Con tutto il bene che voglio a Gino Strada, ora c’è il sorpasso: nella Top3 devo far posto a Franco Bertolli (storico). Franco Bertolli è un uomo di cultura che si avvicina con la stessa naturalezza del vicino di casa che ti chiede un po’ di sale, è il professore che ti racconta dei Longobardi come se fosse un Milan-Inter, è il linguista che ti parla di iati e dittonghi con la naturalezza di un a b c.
Domenica 14 Marzo ha avuto luogo il quinto incontro organizzato da Franco Bertolli&friends, la quinta festa di Lonate Pozzolo e della sua tradizione. Il clima quasi primaverile è il segnale di un congedo imminente per questa serie di “Conversazioni per le Domenica di Inverno”.

Non me ne sono persa nemmeno una, dall’inizio ho sentito l’esigenza di partecipare a un’occasione di incontro fra lonatesi. Ho avuto bisogno di respirare aria di comunità, questa comunità abitualmente in coma civico.  Rubando un frammento di privatezza dalla mia conversazione di fine incontro con l’Assessore Simontacchi, «questo quinto appuntamento – così ha commentato – è stato il riassunto dei precedenti quattro incontri, la giusta conclusione per la serie». E l’Assessore ha ragione. Il piatto forte del pomeriggio è stata la recitazione de La Storia di Lonate in Poesia, mille versi per mille anni, più o meno uno all’anno. A vergare la maestosa opera, la poetessa Adele Turri, di S.Antonino, che nell’intermezzo ha raccontato con simpatia e semplicità un po’ della sua arte e del suo lavoro. In un alveo di endecasillabi, una lenta corrente di storia ha sospinto ai giorni nostri episodi di storia locale più o meno noti. Cultura di Golasecca e città di Binda, Antonio da Lonate e San Carlo Borromeo, l’emigrazione in America e le guerre. Si è tratteggiata una Lonate Pozzolo che si è trasformata nei secoli e che ora si consegna a noi con la speranza di altri versi ancora da aggiungere alla poesia di una comunità che tenta di sopravvivere.

Pubblico numeroso anche per il commiato; tempo di saluti, ringraziamenti e premiazioni. Un premio che si meritano un po’ tutti: se lo meritano sicuramente Franco Bertolli e Alessandro Iannello, con Rino Garatti e Ambrogio Milani; se lo merita l’Assessore alla Cultura, Gianfranco Simontacchi, ancora una volta splendido padrone di casa dell’ex Monastero S.Michele; se lo meritano anche i lonatesi che hanno dimostrato di amare i racconti della loro, della nostra Lonate Pozzolo.

Come ricordato nel corso dell’incontro, il marzo in compagnia non termina qui: il 21 Marzo, domenica prossima alle 10 di mattina, si cammina  tutti insieme in via Gaggio (anche in caso di pioggia), mentre il 27 e il 28 sono in previsione degli incontri promossi dal FAI. E anche lì il contributo prezioso di Franco Bertolli non mancherà.

Lonate Pozzolo alla canna del gas!

In questi giorni i lonatesi si stanno vedendo recapitare delle super-bollette del gas. Stupore, sgomento, sconcerto.

Chi si avventura alla ricerca di spiegazioni, trova un numero non-verde-ma-rosso: il 800 422 422 di Italcogim Energie si dice spiacente, ma gli operatori sono troppo occupati per rispondere. L’ufficio competente ha sede a Cerro Maggiore.

Alcuni lonatesi, ai quali è stato chiesto un commento, reagiscono con rabbia oppure con ironia: «C’è poco da raccontare, solo tanta rabbia… Ma non potevano gestire questa situazione in modo differente? E domenica mi hanno inviato una mail per pubblicizzare la nascita dell’area riservata… ma vaff!!» (R.T.), «a me italcogim ha telefonato per la promozione del loro servizio di fornitura di energia elettrica» (N.R.), «MA….. a me non arriva la bolletta da novembre, pur avendo comunicato i dati. è così per tutti? Pensavo di andare a Cerro perchè parlare con gli operatori del n. verde è proprio inutile. Pensate sia il caso?», (V.A.) «1000€ di “conguaglio”» (T.R.), «e il bello è che sulla bolletta c’è scritto anche “salvo conguaglio”…» (N.R.), «mmm … a me non è ancora arrivata, inizio a preoccuparmi!!» (L.B.), «Una risposta ai cittadini (e clienti paganti) è d’obbligo!!! Oggi per i “basso reddito”, le bollette (tutte) sono un “salasso” che mette a repentaglio la vita!!!» (G.C.).
In ultimo, una raccomandazione di L.N. : «A Cerro non andateci, chi è andato ha avuto questa risposta: “L’importo è quello, se non intende pagare le sospenderemo la fornitura”. Io ho consigliato a tutti di rivolgersi al Comune, in quanto il contratto di fornitura è stato stipulato con loro, di certo al Comune non daranno una risposta così irritante!!»

…ma da dove salta fuori questo conguaglio? La Rete risponde, ma non si limita a ciò. C’è chi addirittura mette in dubbio la legittimità di questo balzello. Le parole magiche da digitare in Google sono conguaglio retroattivo gas. Interessante…

The winner is… Stefanina Mirata

Il mio vicino di posto ha preso appunti con una penna...schierata!

«A mani del Sindaco»: quando ho letto il volantino per la prima volta, sono sobbalzato. Il premio Rosa D’Oro consegnato a-mani-del? Io avrei scritto per-mano-del. Evidentemente, però, a-mani-del si può dire eccome. Insomma, meglio a-mani-del o per-mano-del? A tagliar la testa al toro – povero toro, forza Toro – ci ha pensato proprio il Sindaco: non c’era. A fare gli onore di casa, la simpatica Assessora alle Pari Opportunità, Ausilia Angelino, che però non ha concesso al Sindaco nemmeno il classico saluto in differita, una cosa del tipo: «Purtroppo per un imprevisto il Sindaco non può essere presente, ma mi ha pregato di salutare tutti i presenti e di congratularsi con la vincitrice». Niente di tutto ciò. E va be’, speriamo soltanto che l’assenza non sia legata a qualcosa di spiacevole.
A mani dell’Assessora Ausilia Angelino, allora, è stato conferito il primo Premio Rosa D’Oro a Stefania Mirata, per tutti noi la Stefanina. Splendida ottantenne, la Stefanina ha pronunciato a braccio il suo discorso di accettazione, rinunciando addirittura al microfono. Nemmeno la dichiarata commozione o il visibile infortunio al polso hanno potuto incrinare l’energia e la padronanza della scena della premiata. L’Assessora Angelino ha preferito affidarsi al discorso scritto, così la spontaneità delle parole è andata a farsi benedire, provocando un calo di attenzione ed emozione da parte del pubblico. Meglio due-parole-due, ma legate alla sensazione del momento. Gli applausi, comunque, sono stati educatamente dispensati per tutti. Ah, a proposito: sala piena, successone dell’Unitre, l’Università delle Tre Età.

La sala gremita e, sullo sfondo, Stefania Mirata che si risiede dopo la consegna del Premio

Era stata proprio l’apprezzata associazione lonatese a organizzare il convegno che è seguito alla premiazione. All’ordine del giorno: Insonnia, Ansia, Stress. Roba da star male solo a leggere il titolo. Il dott. Alessio Perretti, neurologo, ha invece messo a proprio agio la platea col suo stile molto familiare e gioviale. A conferma del buon clima instauratosi fra il relatore e il pubblico sono state le molte domande giunte. Solitamente rompere il ghiaccio è difficile, invece in questa occasione sarebbe servito un vigile per dirigere il traffico degli interventi.
Tra le tante chicche della serata, tre informazioni: 1) per l’ansia c’è sempre una motivazione ed è facile da trovare e curare; 2) la depressione è causata da un calo di seratonina; 3) ha fatto più morti la Novalgina che i farmaci ipnoinduttori.
Undici meno venti, tutti a casa. Verso la porta dell’uscita dal Monastero, una coda da casello tangenziale ovest nell’ora di punta. A incassare non-pedaggi-ma-complimenti, la protagonista della giorno, ancora lei: Stefanina Mirata, raggiante anzi lucente. Come una Rosa D’Oro.

Il volantino della serata

Il Prof. Bertolli vince ancora. In dialetto.

Domenica 28 Febbraio, ore 15.30: la sala è piena solo per metà e vien da dire che c’è poca gente. Trattandosi di un’iniziativa del Professor Bertolli(&friends), ce lo si può permettere. Se quel pubblico fosse accorso per un Consiglio Comunale, si sarebbe gridato al miracolo. Oppure qualcuno avrebbe gridato dallo spavento.
Per la quarta delle cinque Conversazioni d’Inverno, di scena sono stati i proverbi di Lonate Pozzolo, recitati e analizzati sotto l’aspetto linguistico, sociologico e storico.
Pubblico meno numeroso del solito, ma sicuramente più coinvolto: mormorii e risate hanno accompagnato la lettura di ogni proverbio, generando simpatici botta-e-risposta fra relatori e platea riguardo a pronunce, vocaboli e interpretazioni. E la Sala Polivalente si è trasformata in un vecchio cortile, con tanti amici seduti su una sedia in un grande cerchio. Il Prof. Bertolli e il Dott. Garatti, splendidi animatori; l’Arch. Iannello, sapiente e impeccabile direttore di scena. Elegante padrone di casa, l’Ing. Simontacchi, Assessore alla Cultura. Fra il pubblico, l’Assessore ai Servizi Sociali Ausilia Angelino e il Consigliere Comunale della Lega Nord Armando Mantovani. Assenti, ancora una volta, i giovani lonatesi: la fascia 18-40 anni è rimasta desolatamente scoperta.
Il professor Bertolli conferma il suo primato di personaggio più popolare di Lonate Pozzolo. Meglio di lui, a livello di pubblico, qua sotto le rotte dei aerei in atterraggio a Malpensa ha potuto solo Maddalena Corvaglia, accorsa – dietro lauta ricompensa – a presentare la lista lonatese del PdL e UdC lo scorso giugno. In quel caso, però, non si trattò completamente di cultura. Ci si fermò alla prima sillaba.