E anche Volontè, per non essere da meno, smentisce il sindaco.
Su La Prealpina del 30 marzo Rivolta incautamente dichiarava che il testo della mozione era stato “più volte discusso e limato, condiviso da tutta la maggioranza”.
Nell’articolo sotto riportato, invece, il segretario UDC afferma che il problema sta proprio nel fatto che il testo è stato presentato l’ultimo giorno possibile per discuterlo in consiglio, senza metterlo prima in discussione.
Le contraddizioni si accumulano in maniera imbarazzante.

Il Sito dell’Udc non riporta le dichiarazioni di Volontè che però smentiscono il Sindaco, che a sua volta è stato smentito da Migliorin….mah!
Ma è la citazione delle parole di Patera, alla fine dell’articolo la vera chicca.
Dice Patera “Nessun intento discriminatorio, ma solo sottolineare che la teoria gender non ha fondamento”
Ma come? fate una mozione contro l’ideologia Gender e poi dite che non ha fondamento?!
Se non ha fondamento, di cosa stiamo parlando?
Se non ha fondamento, forse non avreste dovuto presentare la mozione, non ha senso chiedere il ritiro dei libri dalla nostra biblioteca. Sarebbe utile da capire se i libri messi all’indice da questa mozione fanno parte effettivamente del patrimonio librario della nostra biblioteca, nel caso sarei disposto a regalarli io alla Biblioteca proprio perchè questi libri vanno letti e vanno fatti leggere altro che cancellati o bruciati.
Mi piacerebbe sapere il pensiero di chi lavora in biblioteca, oppure se qualche responsabile del Consorzio Panizzi a cui la nostra biblioteca aderisce ha qualcosa da dire in merito a questa nuova caccia alla streghe o al rogo dei libri.
Dopotutto siamo nel 2016 e non nel 1300
O nel 1933
IL PROBLEMA INVENTATO
Caro dottorambiente,
come non dar ragione alle illuminanti parole del nostro Amministratore, come era possibile sintetizzare meglio il concetto? La teoria Gender non ha nessun fondamento. Ooooopppss! Gli sarà scappata? Il Re è nudo?
Ringrazio tutti quelli che vorranno sostenerci in questi tempi bui.
Fate leggere i bambini : saranno adulti migliori di noi.
Giusi
Bibliotecaria a Lonate Pozzolo
Fate leggere i bambini: saranno adulti migliori di noi.
Che bellissime parole, che mi rinfrancano l’anima dopo la serata funesta di ieri sera.
Grazie Giusi, grazie!!!
Perchè FUNESTA ??? E’ forse morto qualcuno ? Forse il … BUON SENSO !!! Che si è perso ormai da tempo … come molte altre buone abitudini, per esempio l’Educazione, dal banale saluto, al considerare anche le opinioni degli altri, non solo le proprie come vere e assolute.
L’Educare come ARMA che può essere usata bene o male, ma chi definisce il limite ???
I bambini devono assolutamente essere Educati ad amare la buona lettura, ma con l’esempio e la guida degli adulti,
ma forse ci sono adulti che non solo non leggono, ma nemmeno sanno veramente amare.
Ieri sera effettivamente di funesto sapete cosa c’è stato? La mancanza di una DIALOGO autentico, la volontà di dialogare… ecco cosa ho tristemente percepito; lo squallore di un laicismo irrispettoso. E dato che ieri sera i presenti erano tutti dei laici, ribadire dei concetti pietosamente copia-incolla, non è stato edificante, ma chi ha parlato ha detto quello che parte del pubblico voleva sentire.
Come possono i bambini, i ragazzi essere “educati” se nemmeno gli adulti sono educati?
Nessuno vuole vietare ai bambini di leggere anzi, ma per diventare veramente migliori di noi, dobbiamo consigliare buoni libri, come per esempio IL PICCOLO PRINCIPE … e non aggiungo altro.
Mario se permetti di irrispettoso c’era la mozione. Una mozione che si basa sul nulla, poichè la teoria gender non esiste, se non nella mente di chi in questi anni ha passato il proprio tempo ad accusare le persone omossesuali di essere anormali, che si deve riconvertirle, che devono essere curate o guarite. Ecco cosa è veramente irrispettoso. E non aggiungo altro, nei prossimi giorni pubblicherò i miei pensieri sulla mozione e non vedo l’ora di rileggermi i verbali della serata.
Ciao Mario, ho letto il tuo commento e proverò a scrivere un mio pensierino, mantenendo il doveroso rispetto per le opinioni tue e di tutti. Premessina doverosa, perché le parole nella forma scritta a volte paiono pietre anche quando non lo sono. Intervengo dopo tantissimo tempo, perché le discussioni sui libri mi appassionano troppo.
Riprendo la tua chiusura: «ma per diventare veramente migliori di noi, dobbiamo consigliare buoni libri, come per esempio IL PICCOLO PRINCIPE … e non aggiungo altro». Ecco altri copia/incolla, pescati dalla rete, riguardanti proprio “Il Piccolo Principe”: «Fui costretto a leggerlo quando avevo 9-10 anni a scuola, e anche rileggendolo adesso è impossibile cambiare opinione: un libro veramente senza senso. Ai tempi ci dicevano che era difficile, per questo non lo capivamo, il fatto è che in realtà non c’è niente da capire. E’ un insulto a tutti gli scrittori che si impegnano a scrivere i loro libri ma non riescono ad avere questo successo.», «Non mi è piaciuto per niente: è una storia senza capo nè coda, priva di un senso e di un filo logico, e non ci si capisce praticamente nulla (e poi dicono che è un libro per bambini? Ma come si fa? A mio parere è un libro per adulti al cento per cento!). Sono le troppe metafore e i racconti sconclusionati, scritti qua e là senza una precisa corrispondenza, che rendono questo libro incomprensibile. Mi domando come mai venga considerato un capolavoro.», «Le stelle sanno ridere? Ma per carità. Un libro fondamentalmente falso, con linguaggio e concetti di rara melensaggine. Poveri ragazzi, dategli da leggere Sandokan, almeno si divertono. Questo libro non dà nulla e nulla insegna, è solo un’icona pop, un po’ come i Girasoli di Van Gogh».
Non esiste frutto dell’ingegno artistico che abbia messo tutti d’accordo. E meno male che è così.
A questo punto ti chiedo: chi si può arrogare il diritto di decidere quale libro sia buono o cattivo? Ognuno ha la propria opinione; io, padre, posso proporre ai miei figli quali libri leggere, selezionandoli secondo il mio punto di vista. Non mi azzarderei, però, a pensare che la mia idea possa essere imposta ad altri. La cosa più virtuosa, a mio modo di vedere, è comunque capire ASSIEME ai propri figli se un libro vale la pena di essere letto oppure no (sulla Peppa Pig ho perso io, ora a casa più libri della Peppa che di Popper).
Riguardo al motivo principale del contendere, la cosiddetta “teoria del gender” (già il nome, con l’inglesismo, mi fa sorridere), ne so molto poco perché la cosa mi annoia tremendamente. Così, a spanne, a sensazione, la “teoria del gender” mi pare una delle più grandi bufale degli ultimi settant’anni. Mi riservo, però, la facoltà di cambiare idea, nel momento in cui qualcuno mi convincesse della minaccia incombente. Perché – invito rivolto a tutti, anche a me stesso – non organizzare un incontro pubblico proprio su questo tema? Uno dei quei begli incontri pubblici su temi d’attualità, che un tempo ormai lontano a Lonate Pozzolo si organizzavano molto più che adesso. Uno dei quei begli incontri pubblici a cui magari partecipavano in ventitré, organizzatori compresi, ma che era comunque importante fare. E secondo me su questo tema qualcuno in più parteciperebbe.
Un caro saluto a te, Mario; un caro saluto a tutti. Viva chi legge (ora sto leggendo “L’uomo del futuro” di Eraldo Affinati, dedicato alla figura di don Milani) e viva la nostra biblioteca, un orgoglio del nostro paese (ma ci rendiamo conto di quanto bella sia?)!
CIAO!
Ciao a tutti,
vi voglio bene.
In onore dei copia-incolla, allego parte del
Codice deontologico dei bibliotecari
redatto dalla Associazione Italiana Biblioteche, sperando di non rubarvi troppo tempo/spazio. e di non annoiare.
A mio parere dice tutto quello che c’è da dire sul mio mestiere, che tanto mi piace.
(…)
1. Doveri verso gli utenti
1.1. I bibliotecari devono garantire agli utenti l’accesso ai documenti pubblicamente disponibili e alle informazioni in essi contenute senza alcuna restrizione e devono sostenere il principio della loro accessibilità gratuita.
1.2. Le informazioni fornite dai bibliotecari devono essere il più possibile complete e imparziali, non condizionate da opinioni e valori personali dei bibliotecari stessi né da pressioni esterne.
1.3. Nella gestione della biblioteca e nei servizi al pubblico i bibliotecari non devono accettare discriminazioni o condizionamenti relativi a caratteristiche, opinioni o orientamenti degli utenti o di qualsiasi altro soggetto coinvolto direttamente o indirettamente nelle attività della biblioteca.
1.4. I bibliotecari devono ripudiare e combattere qualsiasi forma di censura sui documenti che raccolgono, organizzano o rendono accessibili e sulle informazioni che essi stessi forniscono agli utenti.
1.5. Non spetta ai bibliotecari, a differenza di altre figure (ad esempio genitori, insegnanti, ricercatori, critici o librai), controllare o limitare – a meno di specifici obblighi di legge – l’accesso ai documenti da parte di utenti minorenni, né – in generale – esprimere valutazioni positive o negative sui documenti richiesti, utilizzati o messi a disposizione del pubblico. I bibliotecari possono fornire indicazioni e consigli sugli strumenti e i metodi più efficaci per la ricerca, la selezione e la valutazione di documenti e informazioni, ma si astengono dal fornire consulenze in ambiti professionali diversi dal proprio.
1.6. I bibliotecari devono promuovere lo sviluppo, da parte degli utenti, di competenze critiche autonome relative alla ricerca, alla comprensione, alla selezione e alla valutazione delle fonti informative e documentarie.
(…)
Spero che altri intervengano portando il loro contributo sull’argomento.
Saluti a tutti e grazie per lo spazio che mi avete concesso.
Giusi
Bibliotecaria a Lonate Pozzolo
Se mi è permesso dire, condivido in pieno le considerazioni della Bibliotecaria di Lonate Pozzolo, Giuseppina Tacchi, ed esprimo anche un pieno sostegno alla sua attività professionale.