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Ritorno sul tema perché (com’era da immaginarsi), diversi cittadini di Tornavento mi hanno rappresentato il loro dissenso sulla posizione espressa dal consigliere comunale dei D.U. Buonanno. Avendo già avuto (con Buonanno) uno scambio d’idee sull’argomento mi pare giusto capire se la posizione è condivisa dai D.U. o se è solo una posizione personale. Mentre c’è un attivarsi, importante, da parte dei cittadini nel rivendicare la presenza dell’ufficio postale a Tornavento è, a mio avviso, incomprensibile l’atteggiamento e la posizione di Buonanno. Anzi è deleteria per l’immagine dell’intero gruppo dei D.U.. Ma entriamo nel merito delle dichiarazioni. Com’è nella logica (e nello stile) di chi vede tutto sotto l’aspetto economicistico, l’ufficio di Tornavento non è “vitale” perché prevale il ragionamento costi /benefici. E se i costi superano i benefici allora il servizio non è sostenibile. Un ragionamento che ragionieristicamente parlando non fa una grinza. Peccato però che i servizi (quelli pubblici) non sempre si possano pensare nell’ottica di un’azienda che deve fare profitto. I servizi sono a carico della collettività (per quanto è possibile). I servizi sono un momento di solidarietà e sussidiarietà. Mi pare chiaro questo concetto no? Se così non fosse, allora si dovrebbe operare nella direzione della chiusura dell’asilo nido, dell’eliminazione del trasporto scolastico e così per molti altri che costituiscono solo spesa. Ma non è questo il compito di un ente pubblico, non è un’azienda privata. Poi Buonanno si getta sul versante di quali siano i “progetti strategici” per il futuro socio economico della frazione di Tornavento. Bell’argomento!! Piuttosto che chiederlo agli altri perché non li propone? E si può pensare ad un futuro socio economico partendo dal fatto che si toglie servizi piuttosto che proporne di nuovi? Le proposte sono quelle che mancano da parte di Buonanno. Fare solo domande è molto più semplice. Riprendo quanto ho già scritto in un recente commento: Per quanto riguarda l’aspetto strategico per il futuro di Tornavento, rispondo che un pezzo di futuro è stato portato avanti prima dalla giunta Maffei e poi da quella di Canziani della quale ho l’onore di averne fatto parte. Ricordo la realizzazione della Piazza, la complessa operazione voluta fortemente dall’allora amministrazione comunale nel realizzare il centro parco, la riqualificazione della via Gaggio, la destinazione della ex scuola elementare alla fanfara dei bersaglieri, tutte opere che oggi costituiscono ossigeno sociale ed economico per la frazione.
Tornavento oggi è meta di turismo (sopra tutto di sabato e domenica) e questo determina un momento di dinamicità che sia nel capoluogo e nella frazione di Sant’Antonino non c’è. Ma detto questo, rimane il fatto che la necessità di servizi sono altrettanto (se non piace vitali) fondamentali per rispondere alle esigenze dei cittadini. Dimenticavo che in quel futuro per Tornavento pensato allora si è lavorato per potere avere anche una farmacia e oggi ci sono i locali a disposizione. Alla fine penso che il progetto strategico sia quello del preservare una realtà che per caratteristiche naturali e ambientali necessità solamente di essere resa fruibile dotandola dei servizi necessari.
Se diversamente si pensa al futuro della frazione nel solco di un’eventuale (deleteria, anzi mortale) espansione di Malpensa (spero non sia questo il pensiero) allora bisogna essere più chiari nel comunicare.
Chiariamo un punto: mi sono permesso di criticare una posizione che dichiarava “vitale” per Tornavento la presenza dell’ufficio postale e adesso leggo che il mio atteggiamento è *incomprensibile* e la mia posizione *deleteria*! Anche il temine “ragioneristico” viene brandito come un’arma (e mi dispiace non essere “ragioniere” perché potrei difendere con maggior cognizione di causa la categoria).
Cerco di essere sintetico nella risposta e premetto che la mia è una “posizione” (ammesso e non concesso che si possa definire posizione) personale: non rinnego l’appartenenza al gruppo dei DU, ma non ho discusso con loro di questo argomento né ho condiviso con alcuno di loro le mie affermazioni (o meglio, le mie domande).
A questo punto posso entrare nel tema e per farlo parto da un esempio: le ultime raccomandate che ho ricevuto le ho dovute ritirare a Castano Primo presso la sede di TNT Post Italia (del gruppo PostNL), perché il mittente ha deciso di utilizzare i servizi di questa società invece che di Poste Italiane SpA. Perché non lanciamo un appello, una campagna di protesta, una qualche manifestazione per chiedere (o forse dovrei dire “imporre”) a TNT di aprire una sede a Lonate Pozzolo, o meglio, a Tornavento?
Ho anche un’altra idea: sappiamo tutti che oggi i servizi bancari sono persino più importanti dei servizi postali. Quanti sono gli sportelli bancari a Lonate? cinque? sei? perché non chiediamo di spostarne uno a Tornavento o a Sant’Antonino? “Cara UBI, Tornavento è oggi meta di importanti flussi di turismo ed è caratterizzata da una dinamicità sociale che non trova riscontro nel capoluogo di Lonate: perché non sposti la tua sede da piazza Mazzini a piazza Parravicino?”
Ma forse queste proposte non sono praticabili … e forse non sono nemmeno coerenti con l’obiettivo di “preservare” la realtà di Tornavento. Infatti, se ho capito bene, questa è la proposta: PRESERVARE!
Insomma l’ufficio postale è “vitale” perché c’è (o meglio, c’era) mentre lo sportello di una banca (o di altre società di servizi) non è “vitale” perché non c’era. Scusatemi, ma questa giustificazione non mi convince.
Ho posto la questione in termini di rapporto tra le risorse impiegate e i benefici ottenuti e per questo sono stato accusato di avere un approccio “ragioneristico”. Penso che RAGIONARE sia NECESSARIO per proporre soluzioni che abbiano una base e un fondamento razionale e non solo emotivo. Se altri preferiscono invece basarsi sulle emozioni e sulle reazioni “di pancia” non li posso biasimare: sembra sia l’approccio che garantisce il maggior successo politico. Peccato che le risorse disponibili siano limitate (potrei anche dire “finite”) e che quindi le promesse fatte sull’onda dell’emotività siano spesso destinate a non trovare realizzazione concreta.
Quando si insiste sul fatto che i servizi debbano essere a carico della collettività, mettendo tra parentesi il “per quanto è possibile”, bisogna anche specificare quali sono le priorità: perché a Tornavento non c’è (più) una scuola elementare? è più importante l’ufficio postale o la scuola? o è più importante che il livello dei servizi offerti (dalla scuola o dalle poste) sia adeguato alle necessità dei cittadini? o forse è più importante un presidio sanitario (magari incentrato su una farmacia di cui sono disponibili solo le mura) che sia operativo anche sabato e domenica visto il flusso turistico? o forse ai cittadini serve più l’accesso alla banda larga? o forse ai “turisti” sarebbe più utile un sistema WiFi diffuso e accessibile?
Ancora una volta pongo domande invece di indicare proposte! In effetti mi aspetto che le proposte arrivino da due lati: (1) dall’attuale amministrazione, che è stata chiamata a governare per questi cinque anni e che ha (quasi) sempre bocciato (a volte anche con un atteggiamento presuntuoso e arrogante) i suggerimenti delle minoranze e (2) da chi pensa di candidarsi per le prossime amministrative e quindi vuole proporre un programma o una visione strategica dello sviluppo del territorio di cui discutere nella ormai prossima campagna elettorale.
Last but not least, non capisco che c’azzecca il riferimento a Malpensa: è chiaro a tutti che l’eventuale espansione del sedime comprometterebbe seriamente l’esistenza stessa di Tornavento e quindi renderebbe inutili tutte queste discussioni. Se questa fosse la realtà (e, a giudicare dai loro comportamenti, temo che PDL e UDC – cioè l’atttuale magioranza – si siano ormai rassegnati a questa prospettiva) l’unica strategia da perseguire sarebbe quella di un (più o meno fittizio) innalzamento dei valori immobiliari degli edifici coinvolti in modo da garantire un più “ricco” rimborso ai proprietari in caso di esproprio o delocalizzazione. Ma questa è un’altra storia.
Avevo già scritto il mio pensiero su questa vicenda, qualche post fa.
Ero andato controcorrente rispetto al pensiero di The Jack e ancora oggi decido di farlo. Non perchè mi sia antipatico, ma credo che ci si debba confrontare su queste cose.
E lo faccio rispondendo ad una delle tue domande. L’ufficio postale c’era ed era utilissimo.
Ne vogliamo fare una questione di costi/benefici. Benissimo! A me piacerebbe sapere (l’ho chiesto all’incontro con le poste ma senza ricevere risposta) perché economicamente Tornavento come Ufficio Postale è staccato dalla gestione economica di Lonate e S. Antonino.
Un gestione economica complessiva e unitaria della realtà Poste Italiane a Lonate Pozzolo dovrebbe in primis essere una gestione di buon senso e poi una gestione di sicuro più efficiente ed invece ogni singolo ufficio ha una gestione propria.
Quindi volendo rispondere alla tua domanda “relativamente ai servizi sostenuti dalla collettività? Potrei risponderti che ci sono strade diverse rispetto alla chiusura. Una gestione unitaria dei 3 Uffici poteva e potrebbe essere una di queste.
E questo non è un discorso di “pancia” è una semplice riflessione fatta a voce alta. Se parliamo di efficienza dei servizi e giustamente dobbiamo parlare anche di rapporto costi/benefici non sarebbe forse più logico considerare le tre realtà come una cosa sola e capire come ridurre le spese???
In questo modo le spese per il personale sarebbero suddivise, così come le prestazioni visto che tutti gli sportelli garantiscono i medesimi servizi. La posta di Tornavento era già aperta ad orario ridotto, nell senso che funzionava 3 giorni a settimana. Razionalizzando la gestione si sarebbe potuto mantenere ancora aperto il servizio.
Quando poi alla fine parli di priorità per la frazioni di Tornavento, tu e Dn. Br parlate la stessa lingua ma con parole diverse. Cerco di fare sintesi rispetto a quanto avete scritto. Giustamente Dn. Br. parla di quanto è stato fatto negli anni scorsi di investimenti circa la frazione di Tornavento, una realtà unica nel territorio lonatese. Tu parli di priorità rispetto anche a determinate scelte.
Per me la prima e vera priorità è non perdere ciò che ho, per continuare ad investire ed eventualmente allargare tutta una serie di servizi da inserire a Tornavento, non solo per la frazione di Tornavento ma anche per un bacino più ampio.
I servizi che si dovrebbero/potrebbero aprire a Tornavento dovrebbero gravitare all’interno di una visione strategica della stessa frazione.
Per questo sto collaborando con i miei concittadini per percorrere tutte le strade possibili per riavere questo servizio.
Da quando l’ufficio postale di Tornavento è stato chiuso, molte imprese della zona insieme a molti cittadini hanno spostato i loro conti postali presso uffici postali dei paesi limitrofi e non a Lonate Pozzolo, non è questo un danno per Poste Italiane? Avrebbero dovuto prevedere anche questa risposta da parte dei cittadini.
Anche perché, e questo è veramente un grosso problema, se avevi il conto postale a Tornavento e ti rechi presso l’Ufficio Postale di Lonate ti senti rispondere che i tuoi “soldi” non sono a disposizione e che bisogna riaprire tutto di nuovo a Lonate.
Quanto al gruppo dei DU e ai suggerimenti anche per le prossime elezioni amministrative, io penso che sia necessario proprio nella visione strategica che ti dicevo poco fa pretendere che l’ufficio postale riapra, così come il far partire la farmacia o dispensario farmaceutico.
Almeno questa è la mia idea e penso che anche altri la pensino come me. Ma come dicevo all’inizio queste sono riflessioni a voce alta per un confronto costruttivo per il bene di Lonate.