2 pensieri riguardo “Conoscere altre culture”

  1. Ieri pomeriggio ho partecipato all’incontro di “Mostra la lingua” dedicato all’Algeria. L’incontro si è tenuto in uno dei luoghi di cultura più belli della provincia di Varese e non solo: la meravigliosa Biblioteca Comunale, ex Monastero S,Michele, un altro orgoglio – uno dei pochi, a dire il vero – di Lonate Pozzolo.
    Ho cercato la sala dell’evento. In automatico mi sono diretto nella sala polivalente, ma là non c’era nessuno. Sono allora entrato in Biblioteca, ho salito le scale e ho cercato di compiere in senso inverso il flusso delle onde sonore, generato da una voce amica: quella di Djellil. È così che sono arrivato nel mio spazio preferito della Biblioteca: la sala bimbi, uno posticino ricavato con due pareti sottili fra il bancone dei prestiti e l’enorme sala ragazzi.
    In sala bimbi si va scalzi, perché c’è una moquette sintetica. C’è la moquette sintetica e ci sono dei cuscini grandissimi e circolari, con tanto di schienale. Insomma, delle poltroncine, sulle quali ho sognato tante volte di sdraiarmi a leggere un libro. Un giorno lo farò.
    Ieri pomeriggio, seduto su una microscopica sediolina, c’era per l’appunto l’algerino Djellil. Accanto a lui, Ornella. Di fronte a loro, seduti sulla moquette e appoggiati al muro, quattordici bimbi in età di scuola elementare. Che c’entravo io? Niente. Per far sì che centrassi qualcosa in più, mi sono fatto accompagnare dalla mia dolce metà, che non ha figlio in età di scuola elementare, ma che partorirà fra due mesi. Insomma, quando si dice “portarsi avanti”. E poi, ora che ci penso, la mia dolce metà è anche algerina, così anche lei si è accomodata a pieno titolo accanto alle altre signore, sei in tutto, sedute su un terzo lato della stanza.
    I bimbi, loro: italiani, sudamericani, arabi, est-europei, un mappamondo di innocenza, di tenerezza, di sensibilità. Poi, la viva curiosità, manifestata con domande fantastiche, una più bella dell’altra. Quei bambini, come tutti i bambini, avevano il sole negli occhi. Quasi tutti, crescendo, perdono quel sole. E forse a oscurarglielo siamo noi adulti. Anzi, tolgo subito il “forse”.

    Djellil è riuscito a catturare l’attenzione di quei bimbi non una maestria sopraffina: alla prima semplice presentazione delle coordinate geografiche dell’Algeria, sono cominciati a piovere quesiti di ogni fatta e tipo. E lì Djellil è stato esemplare nel sapersi destreggiare, non deludendo le curiosità dei piccoli protagonisti, ma non perdendo mai di vista l’obiettivo dell’incontro. Assicuro che non sarebbe stato facile per nessuno.

    È arrivato poi il momento più importante, la lettura della fiaba: una frase in arabo, letta da Djellil e la relativa traduzione, recitata da Ornella, bravissima anche lei.
    Attenzione massima fra i bimbi, poi il commento della fiaba.

    Momento finale e apprezzatissimo: l’introduzione a quel mondo magico, che è la lingua araba. Coinvolgimento massimo con la scrittura del proprio nome in arabo per ciascun bimbo.

    Prima di congedarsi, in una mano uno dolcetto algerino e nell’altra un pennarello, con il quale ciascun partecipante all’iniziativa ha lasciato un suo pensiero su un cartellone appositamente creato. Il mio è stato qualcosa del genere: grazie per questo indimenticabile pomeriggio, nella sua straordinaria normalità.

    – – –

    Una cosa che non c’entra niente e che succede oggi a Cardano al Campo, giovedì 31 Maggio 2012. Per la notizia (e l’invito incluso) rimando qua: http://vivaviagaggio.wordpress.com/2012/05/30/dove-son-nato-non-lo-so-2/

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