

Dopo la “lettera al territorio” del presidente Bonomi e la replica di Umberto Quintavalle interviene anche Claudio Del Bianco, direttore delle relazioni esterne di SEA, a precisare ulteriormente alcuni punti in una lettera riportata su La Prealpina del 22 settembre.
Mi permetto di riprendere alcuni spunti:
- Non mi interessa discutere del progetto originario di Malpensa 2000 perché da allora ricordo almeno due de-hubbing: quello di Alitalia e quello di Lufthansa. Non so se si possono definire “fallimenti” di Malpensa, ma certo non li si può annoverare tra le iniziative di successo dello scalo.
- Per quanto riguarda la terza pista (e, soprattutto, l’area logistica-produttiva ad essa adiacente che è prevista nei più di 300 ettari di brughiera che attualmente NON sono compresi nel sedime aeroportuale) il problema non è dove farla, ma se farla. E il fatto che i sindaci siano stati informati già cinque anni fa non sposta il problema: Malpensa ha bisogno della terza pista e dell’area logistico-produttiva annessa? il territorio può “sopportare” questa espansione senza “collassare”?
- La disponibilità al dialogo deve essere dimostrata! Non basta affermarla. La novità dell’apertura del presidente Bonomi con la sua lettera al territorio è stata colta anche dai giornalisti: come dice Angelo Perna, ci sono voluti 13 anni (sic) perché SEA si aprisse al confronto e al dialogo.