Nelle scorse settimane si è sviluppato sulle pagine di questo blog un ricco dibattito sull’impianto per l’inertizzazione dell’amianto: abbiamo (il plurale fa riferimento al gruppo dei Democratici Uniti) riportato diversi articoli di giornale che hanno suscitato parecchi commenti; abbiamo persino organizzato un “dossier amianto” con l’indice di tutti i post pubblicati in modo da rendere semplice l’accesso alla cronologia delle notizie. Insomma, con tutte le limitazioni del caso, il blog si è trasformato in una piazza virtuale dove poter discutere e commentare aspetti rilevanti della vita sociale di Lonate. Si è parlato di consiglio comunale aperto, di assemblea pubblica, di comunicazione, informazione, trasparenza, …
In attesa degli sviluppi formali, ci siamo chiesti cosa si potesse fare per arricchire la discussione e cercare di far chiarezza sulla situazione. Allora abbiamo elencato alcune domande (le prime, le principali, le più ovvie, …) e le abbiamo girate alla società che ha brevettato l’impianto! Le trovate qui sotto insieme alle loro risposte.
Ovviamente non c’è alcuna presunzione di completezza (come dire che ci sono di sicuro degli aspetti che abbiamo trascurato), ma pensiamo che questa pubblicazione possa fare un po’ di chiarezza. Sappiamo anche che potranno sorgere ulteriori interrogativi, altre domande, altri dubbi … Pensiamo che queste pagine possano diventare uno strumento per raccoglierli insieme alle risposte che tutti gli attori coinvolti potranno e vorranno dare.
Ecco le sei domande:
- Cosa vuol dire inertizzazione dell’amianto?
- Quali sono gli aspetti positivi del processo industriale da voi proposto? Esistono processi di trasformazione analoghi a quelli proposto? Quali sono? Ci sono impianti già realizzati? Dove? Con quale impatto?
- Quali prove sono state fatte per garantire la sicurezza del materiale “prodotto” dall’impianto? Chi le ha certificate (ASL, ARPA, …)? Quando fu lanciato sul mercato l’eternit era considerato sicuro; quali garanzie abbiamo oggi sull’affidabilità delle prove effettuate rispetto a quanto fatto negli anni 60/70 del secolo scorso?
- Chi sono i partner del progetto? Che ruolo hanno?
- Come è stata individuata la sede dell’impianto a Lonate Pozzolo? Quali altre sedi sono state prese in considerazione? Perché sono state scartate?
- Qual è lo stato di avanzamento del progetto? Cosa è stato presentato in Regione/Provincia/Comune?
ed ecco le risposte:
- Cosa vuol dire inertizzazione dell’amianto?
Secondo la direttiva imposta dal decreto ministeriale nr. 248 del 29 luglio 2004, inertizzare l’amianto significa arrivare ad una completa “trasformazione cristallochimica” di questo minerale. La completa trasformazione cristallochimica si ottiene riscaldandolo ad alta temperatura (1200 °C per tutte le tipologie di materiali contenenti amianto). A quelle temperature l’amianto non è più stabile e si trasforma (ricristallizza) in fasi minerali innocue per la salute dell’uomo. Queste fasi minerali, come l’olivina e il pirosseno, sono le stesse che troviamo nelle rocce che formano gran parte dell’arco alpino occidentale. Il prodotto che si ottiene dalla reazione di ricristallizzazione, esente da amianto, è per legge considerato una materia prima secondaria riciclabile all’interno di prodotti industriali di largo uso quali le piastrelle ceramiche, i mattoni, il calcestruzzo.
Il processo di inertizzazione è quindi un metodo di riciclo che consente di risolvere il maniera definitiva il problema amianto in Italia. Infatti, eliminare questo inquinante dall’ambiente attraverso la trasformazione dell’amianto in materia prima secondaria riciclabile scongiura l’apertura di nuove discariche destinate ad ospitare questo rifiuto pericoloso.
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