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È un ricordo di dieci anni fa sull’Unitre. Non è molto edificante per loro. È passato tanto tempo, che deposita sempre una patina di vaniglia sulle asprezze delle tenzoni. Allora mi arrabbiai, ma ora ci sorrido. Non farò nomi, posso raccontarlo? C’è anche un finale con un messaggio di speranza. Vado?
Siamo tutti in ascolto
Correva l’anno Duemila. Il mondo non era finito e nemmeno i computer erano impazziti poi tanto. Forse, più dei computer, era impazzito un gruppo di giovinastri, i quali decisero di realizzare un corso di italiano. Qua inizia un lungo [OMISSIS] perché devono passare ancora un po’ di anni prima di poter raccontare. Fatto sta che, costituito il gruppo di insegnanti, ci mettemmo alla ricerca della sede. Spalleggiati anche dall’Amministrazione di allora, allacciammo dei contatti anche con l’Unitre. Chiedevamo degli spazi per le lezioni. La collaborazione pareva potesse avviarsi, ma nel Gran Consiglio dell’Università delle Tre Età qualcuno, con fare di sentenza, domandò: «E se si accoltellano?»
Corre ora l’anno Duemilanove. Nove edizioni del corso di italiano sono state effettuate, anche senza l’Unitre. Il messaggio di Speranza, Pace e Amore è il seguente: non si è accoltellato nessuno.
E tutti vissero alfabetizzati e contenti.